Siamo partiti da Mombasa con un van il 6 Febbraio alle 8 per il parco nazionale Tsavo Est. La strada che portava verso la nostra meta era quella diretta alla capitale della Kenya, Nairobi. Direi che c'erano più buche che la strada e visto che anche il van che ci trasportava non era tra i più moderni, i nostri reni hanno sofferto davvero tanto. Alcuni addirittura alla fine del viaggio non si sentivano bene e non si è capito se dovuto al viaggio molto turbolente oppure alla profilassi antimalarica che quasi tutti hanno applicato, tranne noi due.
Prima che arrivassimo a Tsavo Est, ci siamo fermati in un villaggio dei Masai, un antico popolo che vive in queste zone e che vive anche oggi come viveva migliaia di anni fa. Le case, o meglio dire le capanne, dove abitano sono costruite con rami e fango, senza finestre, con una piccolissima apertura per la ventilazione, con due letti: su uno dormono il marito e la moglie, e sull'altro tutti i bambini che sono molto numerosi, mediamente 5 figli a famiglia. Comunque, nelle case si sta benissimo anche senza aria condizionata e con il fatto che fuori erano almeno 35 gradi. Masai sono un bel popolo, alti e magri. Gli piacciono molto gioielli e i maschi si fanno un grande foro nelle orecchie: più grande è il foro, il personaggio è più importante. Nonostante una nutrizione molto uniforme, tanta carne e latte (le verdure non si mangiano perché appartengono alla terra che è di Dio) sono un popolo molto sano e conoscono poche malattie. Forse dovremmo imparare qualcosa di loro come mangiare: cibo naturale, ma in modo molto diverso da quello che spesso ci consigliano i medici e specialmente i media.
Appena arrivati nel parco Tsavo Est, il safari ha subito avuto l'inizio. La terra è di color rosso per la presenza del minerale di rame e con la vegetazione molto ricca. Gli animali erano numerosissimi, partendo dalle antilopi che si vedevano ad ogni passo, le zebre, anche esse molto numerose, mentre le giraffe e gli elefanti sono molto più rari, ma si vedono. Per vedere un leone bisogna avere anche un po' di fortuna: quando è stato avvisato, la posizione è stata comunicata a tutti i veicoli e si è fatta una vera corsa per raggiungere il posto dove si trovava. Il leone passeggiava tranquillamente tra una decina delle macchine, orgoglioso ed indisturbato come un vero re della savana.
Nelle due fotografie con il leone, sopra esposte, a sinistra, c'è da dire una cosa interessante. Tutti sappiamo che il leone maschio a una criniera fitta, mentre le leonesse sono prive di questo. Le femmine devono essere attratte dai maschi, pertanto possono fare di meno per quanto riguarda i gioielli e vari gadget riguardanti la bellezza. Si direbbe che per la foto abbia posato una leonessa, ma in questo caso non è vero. Si tratta di un leone di Tsavo. La loro caratteristica è una criniera molto poco espressiva e molti turisti gli scambiano per le femmine. Avevo chiesto alla nostra guida perché questa anomalia. Mi ha risposto, con una battuta, che i loro leoni sono già belli per se e che non hanno bisogno di ulteriori abbellimenti.
Il nostro alloggio per le due notti era nel bungalow di Crocodil Camp, cha ha avuto questo nome per la massiccia presenza dei coccodrilli, praticamente all'interno del campo. Divisi dalla terrazza con un muro, i coccodrilli erano lo spettacolo principale e dopo la cena i turisti gli davano da mangiare, scattando centinaia di foto nella speranza di riprendere proprio il momento quando i coccodrilli inghiottivano il pesce che li si buttava dal muretto. Il giorno 8 abbiamo terminato la nostra visita a Tsavo Est e siamo partiti alle 8 di mattina con un piccolo aereo per Lago Nakuru.
